“Sufferers must not feel separated by the virus of indifference.”

On Saturday, the statue of Our Lady of Lourdes, framed with flowers and lamps, radiated the light of Hope. On the occasion of the World Day dedicated to the sick, Bishop Maurizio Malvestiti’s celebration welcomed the prayers of many people who have turned to the Virgin to alleviate their suffering. “Mary, health of the sick, welcomes us,” Bishop Maurizio began. “Blessing the Lord in the season of illness is a source of fortitude and hope”. Expressing his desire to reach out to all the sick, Monsignor Malvestiti said, “We wish to approach, in the name of the Church, all people who are suffering, entering spiritually into every hospital and place of care, into all residences for the elderly and into homes together with their families and those who care for them, who are admirably attentive to human frailty.” Then, addressing thanks to Unitalsi of Lodi (Italian national union for transporting sick people to Lourdes) and its president Carlo Bosatra, he continued: “I am grateful to the Unitalsian friends and to the Diocesan Council of Pastoral Care for Health with its director Dr. Marco Farina, never forgetting the priests, deacons and all the spiritual assistants, religious men and women and extraordinary ministers of Communion.” And he encouraged the sick to pray to Our Lady of Lourdes and St. Bernadette Subirous: for themselves, and also for society; then, turning directly to the institutions, he asked, “that the authorities and bodies in charge of safeguarding public health come to meet with responsibility, reasonableness and heart the urgent need for adequate care and parental and friendly closeness, making the suffering persons feel not separated by the tremendous virus of loneliness and indifference, but really part of the ecclesial and civil community.”

A reference was not lacking to the message the Pope published for the anniversary emphasizing “the practice of compassion as a synodal exercise of healing.” The Gospel of the Mass hinted in fact, at Jesus’ compassion for those who were “like sheep without a shepherd”; and Synod XIV of the Lodi Church, insisting on the “Gospel for all”, took it upon itself to highlight that the “Good News” even “includes a Divine word about pain and dying.” The Good Shepherd transfigures pain and death into seeds of eternal life: “Faith that perseveres in suffering opens, in fact, the doors of life to the God of Peace.”

On behalf of the Unitalsians, President Bosatra noted that “suffering is never an end in itself but, by entrusting it to the Lord, it allows one to give meaning to life.” Concelebrating the Mass were Sant’Angelo’s Hospital Chaplain, Fr. Maurizio; Fr. Giovanni and Fr. Peppino from the Madre Cabrini Residence; Fr. Carlo OFM Cap. , Hospital Chaplain of Casale; from Fatebenefratelli of St. Colombano was Fr. Antony Bosco, and Fr. Edmondo, Chaplain of the major hospital and Santa Chiara, with Chaplain Emeritus Msgr. Pietro Bernazzani.

Lucia Macchioni.

«I sofferenti non devono sentirsi separati dal virus dell’indifferenza»

Sabato, la statua della Madonna di Lourdes incorniciata di fiori e lumi, infondeva la luce della speranza: in occasione della Giornata mondiale dedicata agli ammalati, la celebrazione del vescovo Maurizio Malvestiti ha accolto le preghiere di tante persone che si sono rivolte alla Vergine per lenire le loro sofferenze: «Maria, salute dei malati, ci accoglie – ha esordito il vescovo Maurizio -. Benedire il Signore nella stagione della malattia è fonte d fortezza e di speranza». Esprimendo il desiderio di raggiungere tutti gli ammalati, monsignor Malvestiti ha detto: «Desideriamo avvicinare, a nome della Chiesa, tutti i sofferenti, entrando spiritualmente in ogni ospedale e luogo di cura, in tutte le residenze per anziani e nelle case insieme ai famigliari e a quanti li curano, attenti in modo ammirevole alla fragilità umana». Poi, rivolgendo un ringraziamento all’Unitalsi di Lodi (unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes) e al suo presidente Carlo Bosatra, ha proseguito: «Sono grato agli amici unitalsiani e alla Consulta diocesana di pastorale per la salute con il suo direttore dottor Marco Farina, mai dimenticando i sacerdoti, i diaconi e tutti gli assistenti spirituali, religiosi e religiose e ministri straordinari della Comunione». Ed ha incoraggiato gli ammalati a pregare la Madonna di Lourdes e Santa Bernadette Subirous per sé ma anche per la società, rivolgendosi poi direttamente alle istituzioni per chiedere: «che le autorità e gli organismi preposti alla salvaguardia della salute pubblica vengano incontro con responsabilità, ragionevolezza e cuore al bisogno estremo di cure adeguate e di vicinanza parentale e amicale, facendo sentire i sofferenti non dei separati dal tremendo virus della solitudine e dell’indifferenza, ma realmente parte della comunità ecclesiale e civile».
Un riferimento non è mancato al messaggio che il Papa ha pubblicato per la ricorrenza sottolineando “la pratica della compassione come esercizio sinodale di guarigione”. Il vangelo della Messa accennava, infatti, alla compassione di Gesù per quanti erano “come pecore senza pastore” e il Sinodo XIV della Chiesa di Lodi insistendo sul “vangelo per tutti” si è fatto carico di evidenziare che la “buona notizia” addirittura «comprende una parola divina sul dolore e sul morire». Il Buon Pastore trasfigura dolore e morte in seme di vita eterna: «La fede che persevera nella sofferenza apre, infatti, le porte della vita al Dio della pace».
A nome degli Unitalsiani, il presidente Bosatra ha osservato che «la sofferenza non è mai fine a sé stessa ma, affidandola al Signore, permette di dare un senso alla vita». Hanno concelebrato la messa, il cappellano dell’ospedale di S. Angelo don Maurizio, don Giovanni e don Peppino della residenza Madre Cabrini, padre Carlo cappuccino cappellano ospedaliero di Casale, dal Fatebenefratelli di S. Colombano era presente don Antony Bosco e don Edmondo cappellano dell’ospedale maggiore e di Santa Chiara col cappellano emerito monsignor Pietro Bernazzani. Lucia Macchioni.

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