10 Settembre 2025
Madre Cabrini sceglie la missione invece della frustrazione

Dopo il suo primo abbondante pasto italiano sul suolo americano, Madre Cabrini era stanca. Chiese ai Padri Scalabriniani che avevano incontrato le Suore Missionarie al molo di accompagnarle al loro alloggio. Seguì un silenzio imbarazzante. Il vescovo Scalabrini di Piacenza, che aveva avuto l'idea di far venire Madre Cabrini a New York, le aveva assicurato che tutto era pronto per il suo arrivo. In questo era stato fuorviato.
 
Di conseguenza, Madre Cabrini e le suore missionarie furono portate, a tarda notte e sotto una pioggia battente, in un “albergo” dove le sette occuparono due stanze affittate e sporche.
 
Alla ricerca di una casa
Fortunatamente, il giorno dopo le Suore della Carità accolsero le suore e si presero cura di loro. Questo permise a padre Felice Morelli, parroco della parrocchia italiana di San Gioacchino, di cercare una casa adatta a fungere da convento.
 
Padre Morelli lo fece senza molto entusiasmo. Le opzioni che presentò a Madre Cabrini erano così scandalose che lei si rifiutò persino di entrare in una di esse, poiché era chiaramente utilizzata come casa di malaffare.
 
Madre Cabrini fece visita all'arcivescovo per esprimere le sue preoccupazioni. “I buchi, come li chiama [Madre Cabrini]”, scrisse ironicamente l'arcivescovo Corrigan a Scalabrini, “sono così bassi che padre Felice non può entrarvi senza togliersi il cappello”. Anche Madre Cabrini scrisse a Scalabrini, lodando con tatto lo zelo di padre Morelli, ma lamentando che finora si era dimostrato più bravo nelle promesse che nei risultati.
 
In seguito riferì che ne seguì una “lettera piccante” di Scalabrini a padre Morelli, con il risultato che il sacerdote finalmente si diede da fare. Quando tutto fu pronto nel nuovo convento, l'arcivescovo Corrigan venne personalmente a ispezionare il sito.
 
Un cambiamento di programma
Ma proprio mentre le suore stavano per trasferirsi, padre Morelli decise improvvisamente che invece dovevano essere i sacerdoti scalabriniani a vivere nella casa. Madre Cabrini sapeva cosa fare: affidò la questione al Sacro Cuore. “Abbiate fiducia in lui soprattutto quando siete in difficoltà”, scrisse alle suore in Italia, “e rendetevi conto che quei disturbi che chiamiamo difficoltà non sono altro che giochi da bambini per il nostro caro Gesù”.
 
Le suore trovarono un alloggio temporaneo in una casa “discreta ma sporca” in White Street. Ci volle un'altra settimana perché padre Morelli fornisse loro dei letti e alcuni utensili da cucina.
 
Ulteriori sfide alla missione
Nonostante queste difficoltà, Madre Cabrini rimase entusiasta e determinata a portare avanti la missione. La scuola avviata dalle suore era priva di libri, penne e inchiostro, ma crebbe rapidamente fino a contare più di 100 studenti. Non avendo altro spazio a disposizione, gli studenti si riunivano per le lezioni nella balconata di St. Joachim.
 
Anche i bambini del piccolo orfanotrofio fiorirono. Fu in quel momento che Madre Cabrini decise che ciascuna delle suore avrebbe portato il titolo di Madre invece che di Sorella, “per imprimere meglio in noi che dovevamo davvero esserlo per i bambini che ci sarebbero stati affidati”. La gentilezza e l'amore abbondante erano i doni più grandi che potevano offrire.
 
Padre Morelli si rifiutò di pagare alle suore uno stipendio per l'insegnamento. Rimaste senza un reddito sicuro, dopo una lunga giornata di insegnamento dovevano ricorrere all'elemosina per sbarcare il lunario. Morelli, originario del nord Italia, creò anche divisioni all'interno della parrocchia, denigrando gli italiani del sud. Questo rese ancora più difficile il lavoro delle suore. Eppure, esse scelsero di concentrarsi sul bene che potevano fare piuttosto che sulle difficoltà che dovevano superare.
 
Le questioni vengono risolte
Le questioni con padre Morelli furono infine risolte quando egli fu rimosso dalla carica di parroco di St. Joachim alla fine del 1890. Il sacerdote aveva contratto debiti enormi che erano troppo onerosi per gli Scalabriniani e ne seguì uno scandalo. Il rapporto tra Madre Cabrini e i Padri Scalabriniani migliorò e divenne di reciproco sostegno. E le lezioni che Madre Cabrini imparò durante la prima fase della missione a New York le rimasero impresse: ottenere accordi per iscritto, rimanere il più indipendente possibile, parlare quando necessario e affidare sempre le proprie frustrazioni al Cuore di Gesù.
 
Santa Francesca Cabrini, prega affinché possiamo imitare la tua pazienza, la tua resilienza e la tua fiducia in Gesù di fronte alle difficoltà.
 
Grazie al Santuario S. Francesca Cabrini per questo articolo. 
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