Initiatives to celebrate World Refugee Day continue in Lodi. Saturday, June 24, will be a day of sports, reflection and solidarity at the oratory of Santa Francesca Cabrini Parish in Lodi. It will begin at 3:30 p.m. with the qualifying matches of the “Frontiers Offside 2023” tournament, which will see Lodi teams compete with teams made up of young people accepted into the SAI projects of the City of Lodi and afferent to different services. It will be a nice moment of sharing and inclusion, in the belief that sport, in this case soccer, represents an excellent opportunity for social inclusion as well as an opportunity for personal growth and affirmation. After the games there is a chance to stop for dinner at the oratory, at 7 p.m.; a time of sharing in anticipation of the evening discussion. At 9 p.m. there will be a meeting with Father Mussie Zerai (Don Moses) and Lorenzo Siracusano, interviewed by journalist Paolo Lambruschi of Avvenire. They will talk about forced migration. About the Mediterranean, a place of death and despair but also a garrison of solidarity where civil society organizations, effectively replacing institutions, continue to save lives every day. The central Mediterranean Sea has been the world’s most dangerous migration route for years: more than 20,000 migrants have died or gone missing since 2014, according to the International Organization for Migration (IOM), an average of six people a day. More than 1,300 in 2022 alone. It will be really interesting to hear Fr. Moses’ words. Born in 1975, he arrived in Italy alone at the age of 17 seeking asylum, fleeing the dictatorship of his country, Eritrea. Despite the difficulties, working hard, he graduated first in philosophy and then in theology. Since 2004, when he received the first call for help from a boat in distress, he has helped rescue thousands of people, fleeing the hell of Libya. He founded the nonprofit agency Habeshia, dedicating himself to assisting migrants and the marginalized, in the belief that “there can be no peace without justice, there can be no peace without rights.” Since then, his number continues to be written on the walls of ships and prisons, calling him from Libyan lagers, Egyptian prisons or refugee camps in Sudan. Father Moses’, is not just any phone number. It is the ultimate handhold, the last vestige of humanity to cling to….. Ordained a priest in 2010, he was nominated for the Nobel Peace Prize in 2015. Paradoxically, from 2017 to 2022 he stood trial for “aiding and abetting illegal immigration” as part of the Iuventa case from which he was acquitted. Lorenzo Siracusano will recount the experience of Life Support, EMERGENCY’s search and rescue vessel in the central Mediterranean that has carried out seven missions since December 2022, rescuing hundreds of people. Not without difficulty, given the strategy of denigration and criminalization of solidarity implemented in our country. “Life Support intervenes in a place considered to be the most dangerous border for migrants, both in terms of the number of deaths and the number of people missing. It is our way of continuing to do our part, remembering that sea rescue is an obligation under the law of the sea but also a moral obligation” (Pietro Parrino, EMERGENCY Field Operations Department Director).


L’ultima speranza

Proseguono a Lodi le iniziative per celebrare la Giornata Mondiale del Rifugiato. Sabato 24 Giugno sarà una giornata di sport, riflessioni e solidarietà all’oratorio della Parrocchia Santa Francesca Cabrini a Lodi. Si inizia alle 15.30 con le partite di qualificazione del torneo “Frontiere fuorigioco 2023” che vedrà competere squadre lodigiane con squadre composte dai ragazzi accolti nei progetti SAI del Comune di Lodi e afferenti a diversi servizi. Sarà un bel momento di condivisione ed inclusione, nella convinzione che lo sport, in questo caso il calcio, rappresenti un’ottima occasione di inclusione sociale oltre che di opportunità di crescita e affermazione personale. Dopo le partite c’è la possibilità di fermarsi a cena in oratorio, alle 19; un momento di condivisione in attesa del dibattito serale. Alle 21 è previsto l’incontro con Padre Mussie Zerai (don Mosé) e con Lorenzo Siracusano, intervistati dal giornalista Paolo Lambruschi di Avvenire. Si parlerà di migrazioni forzate. Del Mediterraneo, luogo di morte e disperazione ma anche presidio di solidarietà in cui organizzazioni della società civile, sostituendosi di fatto alle istituzioni, continuano ogni giorno a salvare vite. Il Mar Mediterraneo centrale è da anni la rotta migratoria più pericolosa del mondo: sono oltre 20.000 i migranti morti o dispersi dal 2014, secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), una media di sei persone al giorno. Più di 1.300 solo nel 2022. Sarà davvero interessante ascoltare le parole di don Mosé. Classe 1975, è arrivato in Italia da solo, all’età di 17 anni chiedendo asilo, in fuga dalla dittatura del suo paese, l’Eritrea. Nonostante le difficoltà, lavorando sodo, si è laureato prima in filosofia e poi in teologia. Dal 2004, quando ricevette la prima telefonata di richiesta di aiuto da una imbarcazione in difficoltà, ha contribuito a salvare migliaia di persone, in fuga dall’inferno della Libia. Ha fondato l’agenzia no profit Habeshia dedicandosi all’assistenza a migranti ed emarginati, nella convinzione che “non ci può essere pace senza giustizia, non ci può essere pace senza diritti”. Da allora, il suo numero continua a essere scritto sulle pareti delle navi e delle carceri, lo chiamano dai lager libici, dalle prigioni egiziane o dai campi profughi del Sudan. Quello di Padre Mosé, non è un numero di telefono qualunque. E’ l’appiglio estremo, l’ultima traccia di umanità alla quale aggrapparsi….. Ordinato sacerdote nel 2010, nel 2015 è stato candidato al premio Nobel per la Pace. Paradossalmente dal 2017 al 2022 ha subito un processo per “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”, nell’ambito del caso Iuventa da cui è stato assolto. Lorenzo Siracusano racconterà l’esperienza della Life Support, la nave di EMERGENCY per la ricerca e il soccorso nel Mediterraneo centrale che dal mese di dicembre 2022 ha effettuato sette missioni salvando centinaia di persone. Non senza difficoltà, considerata la strategia denigratoria e di criminalizzazione della solidarietà messa in atto nel nostro paese. “La Life Support interviene in un luogo considerato come la frontiera più pericolosa per i migranti, sia per numero di morti sia di persone disperse. È il nostro modo di continuare a fare la nostra parte, ricordando che il soccorso in mare è un obbligo previsto dal diritto del mare ma anche un obbligo morale” (Pietro Parrino, Direttore Field Operations Department di EMERGENCY).

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *